La particella "ne"
La particella ne può avere valore di pronome o di avverbio. La sua posizione nella frase è uguale a quella dei pronomi personali atoni. Si attacca alla fine delle forme verbali del participio, del gerundio e dell'infinito ( che perde la vocale finale).
Esempi: parlandone, parlatone, parlarne
1. Il ne pronome sta per: di lui, di lei, di loro e quindi per aggettivi possessivi di terza persona: suo, sua, loro.
Può avere anche valore partitivo (di ciò, di questa o di quella cosa) isolatamente, o riferito a un pronome indefinito, ad un numerale o ad un cardinale.
Esempi: Conosciamo quella ragazza e stimiamo la sua correttezza professionale.
Conosciamo quella ragazza e ne stimiamo la correttezza professionale.
(Errato e ne stimiamo la sua correttezza professionale.)
Abbiamo incontrato Mario e Luisa e abbiamo incontrato anche i loro genitori.
Abbiamo incontrato Mario e Luisa e ne abbiamo incontrato i genitori.
(Errato Abbiamo incontrato Mario e Luisa e ne abbiamo incontrato i loro genitori.
2. Se il pronome ne è complemento oggetto, il participio passato retto dal verbo avere si concorda con esso.
Esempio: Abbiamo comprato tre libri.
Ne abbiamo comprati tre.
3. Il ne avverbiale traduce il complemento di moto da luogo e significa: da questo posto, da quel posto.
Esempio: Andai via da quel posto.
Me ne andai. Me ne sono andato/a.
4. Può sostituire una intera frase introdotta da di + infinito.
Esempio: Avete voglia di andare al cinema? No, non ne abbiamo voglia.
5. I pronomi indiretti, oggetto e riflessivi in combinazione con ne cambiano la i in e. Gli diventa glie.
Esempio: Ha dato a me tre libri. Me ne ha dati tre.
Ha venduto a lei due anelli. Gliene ha venduti due.
6. Quando è combinato con ci o altri pronomi rimane separato prima del verbo, diventa una sola parola nel participio, gerundio e infinito (che perde la vocale finale).
Esempio: me ne vado, andàrmene, andàndomene, andàtomene