Roma

LE GABBELLE

(Giuseppe Gioachino Belli - Tutti i sonetti romaneschi) (Legge G.S.)

 

Ah, dunque, perché noi nun negozziamo
E nun averno manco un vaso ar zole,
Lei vorebbe cunchiude in du' parole
Che le gabbelle noi nu le pagamo?

Le pagamo sur pane che maggnamo,
Sur panno de le nostre camiciole,
Sur vino che bevemo, su le sòle
De le scarpe, e ssull'ojo che logramo.

Le pagamo, per dio, su la piggione,
Sur letto da sdrajacce e, e ssu li stiji
Che sserveno a la nostra professione.

Le pagamo (e sta vergna è la ppiù dura)
Pe ppijà moje e battezzà li fiji

5 aprile 1836

Italiano standard
Ah, dunque perché noi non negoziamo
E non abbiamo neppure un vaso al sole
Lei vorrebbe concludere in due parole
Che le gabbelle noi non le paghiamo?
Le paghiamo sul pane che mangiamo
Sul panno delle nostre camiciole
Sul vino che beviamo, sulle suole
Delle scarpe, e sull'olio che consumiamo.
Le paghiamo, per dio, sulla pigione
Sul letto per sdraiarci, e sugli stigli
Che servono alla nostra professione.
Le paghiamo (e questa iattura è la più dura)
Per prendere moglie e battezzare i figli
E per essere buttati nella sepoltura.